Installations
“Irreverents”. Solo Exhibition. Chiasso Perduto. Florencia, Italia. Agosto 2023.
Texto curatorial de Sandra Miranda Pattin.
Questo progetto si basa sulla vita e lavoro delle donne che hanno lasciato un segno nella storia nonostante le innumerevoli barriere, donne irriverenti appunto, che per le loro azioni sono riuscite a conquistare degli spazi fondamentali.
I simboli che diventano metafore del progetto sono la libellula, le forbici e infine il corsetto che diviene lo strumento di discussione e dialogo, quest’ultimo con le sue molteplici e contraddittorie connotazioni nella storia, è il territorio che Roxana crea per cucire insieme il passato e per guardare se stessa e il suo lignaggio attraverso le donne della sua famiglia che dalla Spagna arrivano a Cuba, la sua terra natale.
Il corsetto è l’indumento per eccellenza che trasforma l’aspetto, metafora di una restrizione imposta o autoimposta passivamente, un simbolo di emancipazione contro la lente della misoginia derivante dal machismo, dalla moralità o dalle posture estremiste, esso si trasforma in formati simili, rivisitati, può essere anche un indumento mentale, invisibile, si può leggere nella trasfigurazione del corpo negli interventi estetici; vecchi e nuovi corsetti fisici o mentali sono stati scelti a causa di un condizionamento sociale o per la libertà che la conoscenza permette?
L’installazione che unisce le voci di tante donne, ci invita a riflettere sulla nostra irriverenza, diventando una sorta di appello a ripensare le implicazioni dell’essere donna in un momento storico di estrema polarità.
Così come la libellula, – uno dei simboli centrali – vive la maggior parte della vita in trasformazione, anche la nostra trasformazione è un percorso senza fine che va condiviso, messo in discussione e onorato.
Inglés
Curatorial Text by Sandra Miranda Pattin.
This project is based on the life and work of women who have left their mark on history despite countless barriers, irreverent women, who through their actions have managed to conquer fundamental spaces.
The symbols that become metaphors of the project are the dragonfly, the scissors and finally the corset that becomes the tool for discussion and dialogue, the latter with its multiple and contradictory connotations in the story, is the territory that Roxana creates to sew. the past and look at herself and her lineage through the women of her family who come from Spain to Cuba, her homeland.
The corset is the garment par excellence that transforms appearance, a metaphor for a passively imposed or self-imposed restriction, a symbol of emancipation in the face of the lens of misogyny derived from machismo, morality or extremist positions, it is transformed into similar formats, revisited, It can also be a mental, invisible garment, it can be read in the transfiguration of the body in aesthetic interventions; Were old and new physical or mental corsets chosen by social conditioning or by the freedom that knowledge allows?
The installation that unites the voices of many women invites us to reflect on our irreverence, becoming a kind of call to rethink the implications of being a woman in a historical moment of extreme polarity.
Just as the dragonfly – one of the central symbols – lives most of its life in transformation, our transformation is also an endless journey that must be shared, questioned and honored.